Strange days
Un grande cartellone pubblicitario senza pubblicità, completamente bianco, avrebbe mai potuto raccontarci una storia, prima di questo travagliato periodo? Il bar Camparino in Galleria, deserto, con tre camerieri in piedi, immobili come statue, ci sarebbe venuto in aiuto nel rappresentare un periodo della "Milano da bere", quella degli affari conclusi davanti a sontuosi ed affollati aperitivi? E ancora: i volti dall'espressione dimezzata da una maschera chirurgica avrebbero comunicato l'angoscia di un intero popolo reso prigioniero da un'epidemia? Un popolo prigioniero e mascherato, a testa bassa, dalle posture "sospese" in un tempo senza tempo sembra interrogarsi in questa serie fotografica sulla possibilità di riaprire il volto al sorriso e al futuro "che sarà diverso" (si dice in giro!). E Diego Bardone, qui, è riuscito a raccontarci il senso di un momento storico caratterizzato da un nemico invisibile e dall'attesa vittoria su di esso. "Che la vita riprenda, con tutto lo sporco lavoro per il progresso che abbiamo da fare!..." sembra indicarci un lavoratore appoggiato ad una scala che potrebbe salire - fuori inquadratura - fino al firmamento. (Francesco Tadini)